Fiore mio

Paolo Cognetti torna alla sua prima passione, il documentario, per raccontare la sua montagna, il Monte Rosa, un luogo geografico ma soprattutto un luogo dell’anima.

Paolo, anni fa, ha sentito irresistibile il richiamo della montagna e ancora adesso lo avverte ogni volta che si ritrova a trascorrere lunghi periodi in città. Oggi la montagna è la sua casa. Ma rimane ancora ugualmente un ideale di libertà, di avventura e di pace. Dopo averla raccontata nel pluripremiato best seller “Le otto montagne”, da cui è stato tratto l’omonimo film vincitore a Cannes del Premio della Giuria e del David di Donatello, Paolo Cognetti adesso mostra attraverso il mezzo filmico la sua visione della montagna. Ci porterà con sé per un anno intero, ad ascoltare i suoi pensieri durante le lunghe camminate sui sentieri del Rosa, fino alle cime più alte, dove ancora si estendono i ghiacciai. Seguiremo con lui le tracce degli animali che si muovono, spesso nascosti ai nostri occhi, intorno alla presenza umana: gli stambecchi, i camosci, i cervi, i caprioli e soprattutto i lupi. Incontreremo le persone che, come Paolo, hanno eletto la montagna a loro habitat e, in un modo o nell’altro, cercano uno stile di vita alternativo a quello cittadino. Vedremo e ascolteremo la montagna cambiare  attraverso le stagioni e alla fine del viaggio, forse, saremo cambiati anche noi.

Slave Island

Uno dei luoghi più belli del mondo, un’isola nell’OceanoPacifico. I cavalli selvatici giocano sulle spiagge rincorrendosi e combattendo l’un l’altro per la supremazia nel territorio. Resti di ceppi di ferro degli schiavi rimangono sulla riva incontaminata. Sembrano vecchi ma in realtà potrebbero essere appena stati abbandonati. Un uomo indonesiano di 40 anni con i suoi riccioli scuri, Jeremy Kewuan cammina a piedi nudi sulla spiaggia, legge e recita un’antica poesia sul suo smartphone: “Quando sono tornato a casa, subito dopo essere stato messo al mondo da mia madre, ho visto una goccia di sangue. Sono protagonista di un’avventura di cui non so nulla: Chi si aggrappa al dolore e chi no? Sono andato a cercare risposte per decifrare il passato. Non c’è presente né futuro. Ho guardato verso il basso e ho visto un libro scritto col sangue, un sangue di colore blu. All’inizio il poema è un inno alla bellezza dell’isola e ai miti dei re Maramba che regnarono in un glorioso passato… ma anche al loro modo di trattare i ceti popolari, che consideravano una razza inferiore. Jeremy poi fa una riflessione sul presente con un commento sarcastico: “Esisterà un futuro per “Sumba” fin quando la sua dottrina sarà mantenuta in vita?”. Jeremy alza lo sguardo. Un aereo passeggeri sorvola la spiaggia e sta per atterrare. Una giovane donna, presa in custodia dalle suore, viene accompagnata verso l’aeroporto. Entra in macchina, si siede dietro, nascondendosi dalla vista degli altri. La suora sta guidando e Jeremy sta filmando tutto, è seduto davanti come se fosse un passeggero. Sulla strada capanne monumentali fatte di foglie essiccate formano un baldacchino… La gente vive ancora li in modo tradizionale. L’auto arriva al paese di Rina e tutti escono, ad accoglierli c’è una famiglia numerosa e festante. La suora si avvicina a loro, rivolgendosi al padre della piccola, e a tutti gli abitanti del villaggio: “Non vendete i vostri figli ad estranei, come fossero merce… Questo è quello che hanno fatto a Rina, malata, maltrattata e abusata. È solo una bambina”. Questa è “Slave Island”.

Hambre

In un Venezuela in crisi, due ex compagni di scuola sono accomunati da dubbi morali ed esistenziali. Roberto, un rigido idealista che lavora per il Ministero dei Trasporti, fatica a sbarcare il lunario ma si impegna a non abbandonare mai la sua patria e guarda con disprezzo chi abbandona il Paese. Selina, un’imprudente rampolla espatriata, lavora illegalmente in Italia e sta pensando di sposarsi per  ottenere i documenti, una situazione che nasconde alla sua agiata famiglia in Venezuela. Quando Roberto riceve quella che sembra una straordinaria opportunità di lavoro all’estero e Selina rimane intrappolata in Venezuela durante le vacanze di Natale, i due si trovano di fronte a una domanda difficile: resteranno per ricostruire la loro patria o affronteranno le incertezze di una vita da immigrati? Il film è un’immersione nella profonda crisi economica e sociale del Venezuela. Ritrae sia la fame fisica che quella morale, rivelando come la corruzione si infiltri in una società dall’alto verso il basso fino a schiacciarla, dalla più alta dei funzionari politici, attraverso i piccoli burocrati, fino ai singoli cittadini. La narrazione è incentrata su storie di violazione quotidiana dei diritti umani, fatte di violenza, abuso di potere, malnutrizione, mancanza di istruzione, disuguaglianza sociale e  evastazione economica. È questo lo scenario che innesca la migrazione di massa, un processo che cambia la fisionomia dei nostri paesaggi umani.

C’era una volta il Derby Club

C’era una volta il Derby Club è un documentario televisivo, il cui narratore è Elio, di Elio e le Storie Tese. Abbiamo ripercorso la storia del Derby Club Cabaret, attraverso ricchi materiali di repertorio e numerose interviste ad artisti che hanno esordito al Derby Club, tra cui Cochi Ponzoni, Paolo Rossi, Massimo Boldi, Claudio Bisio, Antonio Catania e Aldo Giovanni e Giacomo.

Dagli inizi degli anni ‘60 fino al 1985, anno in cui chiuderà i battenti, il Derby Club Cabaret fu infatti uno dei punti di incontro più alla moda di Milano. Per più di vent’anni si esibirono varie generazioni di comici destinati a entrare nella storia dello spettacolo italiano, che diedero vita a una scuola di comicità attraversata da venature anarchiche e surreali destinata a rimanere senza eguali. Fu un periodo indimenticabile, una vera e propria epopea.

Hollywood, Cinecittà

100 anni di Storia di cinema americano in Italia e dei rapporti tra le due cinematografie a cavallo di due guerre mondiali e della Guerra Fredda.

Dalla nascita del cinema fino ad arrivare alle moderne piattaforme OTT come è cambiato il legame tra Italia e America e quale ruolo determinante hanno avuto associazioni come Motion Picture Association (MPA) e Anica, nel definire gli scambi artistici ed economici tra Europa e America. Hollywood, Cinecittà è ricco di repertori dall’inizio del secolo scorso fino ai giorni nostri, a testimonianza dello storico rapporto tra il cinema americano e quello italiano. Hanno inoltre preso parte al documentario importanti personalità del cinema e dell’industria, come Giuseppe Tornatore, Riccardo Tozzi, Nicola Maccanico, Daniel Frigo, Vittorio Cecchi Gori, Gian Piero Brunetta, Aurelio De Laurentiis e Federico Di Chio

Buon Compleanno Massimo

La storia di Massimo Troisi, dalla sua infanzia a San Giorgio a Cremano fino alla nomination agli Oscar per “Il Postino” (1994), raccontata da De Giovanni, noto scrittore napoletano, e dalle persone che meglio l’hanno conosciuto nella sfera professionale e intima: Francesca Neri, Enzo De Caro, Nino D’Angelo e Roberto Vecchioni, per citarne alcuni. Il racconto di un fuoriclasse della comicità, che faceva della sua napoletanità un punto di forza, senza tuttavia mai lasciare che ciò lo vincolasse a un contesto unicamente partenopeo.

“Buon Compleanno Massimo” ha superato un milione di spettatori.